Una cosa che non dirò MAI abbastanza è che il modo in cui si scrive un soggetto è UGUALMENTE importante al contenuto del soggetto stesso.
Questo sia che tu voglia far leggere il tuo soggetto a un produttore per vendere la tua sceneggiatura, sia che ti serva solo un parere di un amico o di un professionista.
Ad esempio…
Stavo leggendo uno dei soggetti ricevuti in revisione da un giovane studente di cinema che ha acquistato CIAK, SI SCRIVE (e che come sai ha diritto a una mia consulenza).
Gli ho chiesto il permesso di utilizzare il suo soggetto per sottolineare nuovamente certi fattori. Ne ricopio qua sotto un breve estratto…
Teai è una giovane cuoca di una piccola città cinta dalle mura che la separano dalle colline.
Ha una storia d’amore con una ragazza della sua età, Lisa. Vivono insieme.
Un giorno Teai esce da lavoro, fa la spesa e torna a casa.
Vede la sua ragazza al letto con un uomo.
Teai li guarda, in silenzio va in cucina, prende un coltello e torna in camera.
Teai guarda il ragazzo, Lisa vede il coltello, prova a fermarla, il ragazzo si avvicina per dividerle.
Teai pugnala al petto il ragazzo.
Lisa si siede, strilla poi trema.
Teai è in piedi, guarda il muro, guarda Lisa.
Lisa prende in mano il telefono, compone il numero velocemente, il cellulare squilla, guarda con gli occhi fuori dalle orbite Teai.
Teai è immobile.
Sentiamo la voce di un uomo che si identifica come un agente della polizia.
Lisa passa alcuni secondi in silenzio, spegne il telefono.
Teai prova ad abbracciarla.
Lisa la schiva, esce dalla stanza, torna con un sacco dell’immondizia, glielo dà.
Esce di nuovo dalla stanza.
Teai fa a pezzi da sola il corpo del ragazzo (così come fa a pezzi un maiale in cucina).
(…)
(in seguito le due donne getteranno il cadavere, fatto a pezzi, in un fiume e alla fine saranno uccise da un cacciatore mentre scappano nel bosco)
Come è chiaro questo non è un soggetto. E’ una sorta di scaletta.
Una buona scaletta, onestamente, ma sempre scaletta.
La differenza è sostanziale. Si tratta di due strumenti diversi che servono a cose diverse …e persone diverse.
La scaletta serve allo sceneggiatore (cioè, a te stesso, o al tuo co-sceneggiatore al massimo) per iniziare a valutare come “gira” la storia, quali scene dovrà scrivere, come si legano tra loro, etc… è uno strumento DI LAVORO, insomma.
Il soggetto è scritto per essere letto da altri.
E’ leggendo il soggetto che si capisce di cosa parla una storia e se ne può dare un giudizio sensato.
Ma per farlo serve avere ben chiari tutti gli elementi essenziali, ne più ne meno.
E serve farlo col minor numero di parole possibile. (che non vuol dire necessariamente “mezza pagina” come raccomandano banalmente i manuali americani, ma, come si trova scritto nelle ricette di cucina, “QB”, Quanto Basta. Solo lo stretto necessario.)
In CIAK, SI SCRIVE trovi già numerosi esempi di soggetti perfetti di film famosi per cui non starò a riportarli qui.
(va detto anche però che nel caso di cortometraggi con azioni che durano solo pochi minuti il soggetto si compone spesso di brevi frasi che possono ricordare una scaletta. L’importante è però sempre l’economia delle descrizioni)
Nel caso di questo soggetto poi, nonostante una descrizione molto particolareggiata delle scene, non erano assolutamente chiari certi passaggi della storia, per questo gli ho chiesto ulteriori informazioni.
(come avrebbe potuto fare un eventuale produttore o consulente di sceneggiatura…).
Tipo, ho chiesto perché Lisa non denuncia la sua amante e chi fosse l’uomo.
Le risposte che ho ottenuto sono state
1) Lisa non denuncia la sua amante e prende questa decisione in poco tempo in un puro momento di shock. Non lo fa per paura delle conseguenze: per paura della follia omicida manifestata da Teai che la sta guardando in piedi mentre lei è seduta e le incute timore, non lo fa perchè è difficile denunciare il proprio partner.
2)L’uomo è uno sconosciuto che Lisa conosce la sera prima in un locale. Mi hai fatto capire che non si capisce bene quindi penso che all’inizio quando mostrerò lisa per un momento sul posto di lavoro in prima mattinata alternerò l’immagini di Lisa in discoteca e del suo rientro a casa.
Unite a una descrizione tecnica del futuro girato. Ne riporto alcune parti:
Vorrei usare una fotografia che mette in risalto l’incarnato dei personaggi facendoli apparire animaleschi, quasi se fossero solo di carne, come se fossero i pezzi di carne che Teai realmente maneggia in cucina (Ispirandomi alla luce che viene usata nelle macellerie per risaltare i rossi, il sangue fresco delle merci).
Pensavo di usare pochissimo dialogo o non usarlo per niente in modo tale da raccontare esclusivamente con le immagini, eliminare il dialogo poi mi sembra un altro indizio che trasmette la scomparsa di umanità. Vediamo sempre di più esempi di uomini spietati e freddi, uomini anche nel senso del sesso. Stavolta volevo che delle donne rivendicassero la forza, la brutalità, gli istinti più bassi. (…)
Aggiungo che l’autore di questo soggetto mi scrive che non gli serve sapere come migliorare il soggetto per inviarlo a un produttore ma come migliorare la fabula per realizzare un cortometraggio migliore, visto che intende girarlo da solo.
Il problema è che è esattamente la stessa cosa…
Lo ripeto: per ottenere un giudizio su un soggetto (e quindi un correttivo) è necessario che il soggetto si scritto rispettando gli stilemi di un soggetto e non come un appunto personale.
Che si intenda farlo leggere a un amico per sapere “che ne pensa”, a un consulente professionista o a un produttore, non cambia moltissimo.
Se chi legge ha bisogno di chiederti ulteriori spiegazioni quello è già un giudizio.
Vuol dire che il soggetto non è scritto bene. Non ti serve sapere altro. Non devi rispondere a voce, ma riscrivere il soggetto e farlo leggere nuovamente.
In questo caso, non è corretto scrivere nel soggetto una scena che mostri Lisa nel bar che seduce l’uomo per raccontare che è solo uno sconosciuto qualsiasi, basta scriverlo chiaramente nel soggetto.
Stessa cosa per la scena dell’omicidio.
Deve essere immediatamente chiaro, nel soggetto, come mai Lisa non denuncia Teai.
Scritto correttamente questo soggetto (basandomi sulle scene descritte) potrebbe essere una cosa tipo:
—
Teai, una giovane cuoca omosessuale, tornando dal lavoro scopre la sua amante, Lisa, a letto con uno sconosciuto sedotto in un bar.
Teai afferra un coltello e uccide l’uomo mentre Lisa pietrificata dalla ferocia della compagna osserva immobile la compagna che nel frattempo con una mannaia da cucina sta facendo l’uomo a pezzi, spaccando le ossa con brutalità ed esperienza.
Le due donne poi mettono i brandelli del suo corpo in un sacco, guidano in silenzio fino a un fiume nascosto nel bosco e senza nessuna emozione lo gettano dentro.
Resasi conto dell’orrore Lisa poi fugge via dalla compagna che immediatamente la chiama e la insegue, ma le le due donne vengono freddate da due colpi di fucile di un cacciatore che le scambia per selvaggina.
—
Scritta così, usando aggettivi per descrivere sensazioni invece di una lista di azioni inutili, si riesce in qualche modo a raccontare e far percepire la freddezza e la brutalità che si cercava, e se ne riesce a dare un giudizio o un correttivo.
Si capisce facilmente, ad esempio, che manca un pò un “senso” della storia. L’intreccio è scontato e le azioni avvengono senza una vera motivazione.
Cosa succede, in pratica? Quale è la sinossi?
Una donna scopre la compagna con un uomo. Lo uccide e dopo averlo fatto a pezzi lo getta in un fiume aiutata dalla compagna. Le due donne poi si inseguono nel bosco e vengono uccise per errore da un cacciatore.
Basandosi solo sulla struttura è evidente che manca qualcosa che dia interesse alla storia, che ne giustifichi il senso. Non c’è tensione, non c’è conflitto, mancano totalmente le motivazioni dei personaggi e il finale avviene senza un vero perché.
Questo non significa che certamente ne verrebbe fuori un brutto lavoro, senza senso.
Senza dubbio con una messa in scena capace e un buon montaggio accompagnato da una colonna sonora azzeccata ci si potrebbe fare un cortometraggio suggestivo che funziona …ma siamo nel campo della regia, lontani dalla sceneggiatura.
Ci sono innumerevoli esempi di cortometraggi, ma anche di veri e propri film con una struttura narrativa banale o inesistente ma con una messa in scena micidiale che si rivelano opere di ottimo valore, ma è un altro sport rispetto alla sceneggiatura.
Se tutto si gioca sull’immagine, la musica, il montaggio non ha troppo senso sottoporre il soggetto al giudizio di qualcuno, a meno che non lo si accompagni con dei supporti visivi di esempio.
Nel caso di questo soggetto, se si decide che il – significato – è dato dalle immagini allora può essere lasciato così (salvo il fatto, che consiglio allo sceneggiatore di sforzarsi di capire la differenza tra un soggetto scritto per essere letto da altri e una scaletta che serve a se stesso) se invece si desidera che il senso della storia sia dato dalla storia stessa allora occorre assolutamente ripensarla da capo, a livello di fabula.
Facendola molto banale e didascalica (ma corretta a livello di soggetto e coerente con le intenzioni dello sceneggiatore) se quello che si vuole mostrare è che anche una donna può essere brutale e mossa da bassi istinti (però poi con le femministe se la vede lui, io seguo solo le sue indicazioni 😉 ) un possibile miglioramento della fabula di questo soggetto potrebbe essere:
—
Di notte per strada un uomo prende a calci una ragazza raggomitolata a terra che piange. La ragazza, Lisa, viene salvata da Teai, una donna che udite le sue grida corre in suo aiuto colpendo violentemente l’uomo con un grosso tubo di ferro raccolto da un cantiere finché l’uomo non fugge via spaventato e sanguinante dalla testa.
Teai accompagna Lisa in casa sua per medicarla e farla calmare e apprende che l’uomo è il ragazzo di Lisa che ha scoperto sul suo cellulare dei messaggi di un altro uomo.
La conversazione si fa molto intima, con Lisa che piange disperata e Teai che la consola, e le due donne finiscono per baciarsi spogliandosi a vicenda.
Lisa e Teai sono adesso una coppia e Lisa è felice di aver trovato qualcuno di gentile che le stia accanto.
Qualche tempo dopo Teai tornando dal suo lavoro di cuoca, rientra in casa e scopre la sua compagna, Lisa, a letto con uno sconosciuto sedotto in un bar.
Teai afferra un coltello e uccide l’uomo mentre Lisa pietrificata dalla ferocia della compagna osserva immobile Teai che nel frattempo con una mannaia da cucina sta facendo l’uomo a pezzi, spaccando le ossa con brutalità ed esperienza.
Le due donne mettono i brandelli del corpo dell’uomo in un sacco, guidano in silenzio fino a un fiume nascosto nel bosco e senza nessuna emozione lo gettano dentro.
Resasi conto dell’orrore Lisa poi fugge via dalla compagna che immediatamente la chiama e la insegue.
Le due donne si ritrovano sul ciglio di una strada, Teai afferra Lisa cercando di baciarla e dicendole che la perdona, ma Lisa mordendole le dita si libera dalla presa e spinge violentemente Teai sotto le ruote di un camion che sta arrivando. Poi con sguardo freddo scappa nuovamente nel bosco e sparisce.
—
Ecco, si potrebbero fare molte critiche a questo soggetto a livello di messaggio morale o scarsa originalità dell’intreccio, ma formalmente è corretto.
• C’è una scena iniziale che cattura l’attenzione e incita a volerne sapere di più.
• Si presentano chiaramente le personalità delle due donne prima di mostrare l’azione principale (Teai violenta ma passionale, Lisa fragile e confusa).
• C’è un Set Up iniziale che fa da base alla storia (Lisa e Teai che stanno insieme felici)
• C’è un Evento Scatenante che mette in moto la storia facendola uscire dalla situazione iniziale (L’omicidio)
• C’è un ribaltamento finale che chiude la trasformazione (Lisa che appariva come vittima si rivela ugualmente spietata e alla fine scappa nel bosco come un animale freddo e feroce, e alla fine nessuno è innocente)
Al di là della bontà della storia ci interessa capire che in un soggetto devono necessariamente essere presenti tutte le parti che compongono la struttura (Set Up – Task – etc etc ) .
Controlla attentamente prima di sottoporre un soggetto alla lettura di qualcuno o il giudizio, qualunque esso sia, non potrà avere nessuna utilità perché non si baserà sulla valutazione dei diversi elementi (“Bella l’idea ma il finale è un po’ sciocco”, “secondo me il protagonista dovrebbe agire diversamente”, “Non mi piace l’ambientazione” etc) e tu non saprai davvero cosa funziona e cosa no.
“Ho buttato giù un’idea veloce per una storia, dimmi che ne pensi” non ha senso se mancano gli elementi necessari.
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13 thoughts on “Soggetto Fatto a Pezzi”
David
Articolo utile che mette un pò di ordine in un “territorio difficile” come quello dello Screenwriting, avrei una domanda per lei, quali sono gli aggettivi più usati ed efficaci per descrivere un personaggio?
Eh David, non c’è chiaramente una risposta a questa domanda. Dipende dal tuo personaggio. La regola segreta è comunque quella di non usare un aggettivo ma descrivere il tuo personaggio attraverso le azioni che fa, o almeno attraverso i dialoghi.
Non scrivere – David, un ragazzo feroce e spietato di 33 anni.. – ma descrivi al massimo le caratteristiche fisiche, se sono importanti e poi fai fare a Davod qualcosa di Feroce e spietato.
salve! Approfitto di questo articolo per chieder se fosse possibile una consulenza circa un soggetto di serie televisiva intrecciato e assai complesso.
Salve Signor Giovanni, mi piace il suo blog, ho letto un po di articoli ed ho anche acquistato il suo e-book, il contenuto mi sembrava interessante, il prezzo anche. Purtroppo ho notato che sia il blog che la pagina facebook sono ferme più o meno da due anni, deduco quindi di non avere nessuna possibilità di essere arrivata tra i primi dieci per avere una sua consulenza? (Era ovviamente una battuta 😉 )Scherzando, ma non troppo aggiornerei la landingpage della vendita dell’e-book 🙂 . Proverò a disturbarla nuovamente dopo aver letto “Ciak, Si scrive” , non per proporLe un mio soggetto non si preoccupi ma magari per parlare del testo. Ho un apprendimento particolare, se capisco imparo, se non capisco non imparo. Grazie per l’attenzione, Cristiana
Salve.. Sono ora sicura di avere trovato una storia per raccontare cio’ che credo importante dell’amore. Ho inviato solo pochi dettagli, giusto per iniziare un dialogo-confronto necessario a questo percorso “in solitario”,questa attraversata dell’oceano delle possibili scelte. Non avere un punto di riferimento e’ disorientante,sopratutto all’inizio del viaggio.Comunque questa mia piccola-grande storia la sto usando per imparare, e da te Giovanni, prendo molto volentieri lo spunto per non cadere in trappole,anche se non voglio essere schiava dell’idea che poi venga venduta la mia sceneggiatura. Per ora studio. Si chiama FRAGOLE E BUGIE, l’ho inviata piu’ di un mese fa e sono in attesa di un breve cenno da parte tua. Su fb mi dicono…è in scaletta.. Intanto ho comunque iniziato una sorta di sceneggiatura dettagliata di brevi dialoghi,utili all’andamento della storia.Questo articolo e analisi che ho appena letto, che racconta la storia delle donne omosessusuali crudeli e dannate, mi ha ben aiutata,grazie.
I costantemente trascorso la mia mezz’ora di leggere questo sito web s ‘ contenuti ogni giorno insieme a una tazza tazza di caffè. Maramures Grazie, buona giornata!
Buongiorno,chissa’ che scrivendo qui mi rispondi?!
In altre mails , ti chiedevo ,avendo acquistato il libro e come tu mi hai confermato avendo diritto a una consulenza,ti ho inviato un soggetto del quale ti chiedevo un parere. Fammi sapere perche’ a breve devo presentarlo a un Concorso. Spero che sia la volta buona! Saluti Maurizio
Salve, mi chiamo Roberta Dhemetra. Ho letto il suo articolo con interesse e la ringrazio per le spiegazioni, che, anche se necessariamente brevi, risultano, tuttavia, chiare e utili. Penso che ordinerò il suo e-book, e chissà, magari ci sentiremo più avanti. io continuerò a seguirla, perchè trovo il suo lavoro interessante. Grazie
Salve. Sono Giuseppe De Micheli, un vecchio signore, debuttante in scrittura di sceneggiature che ha accettato per sfida, fra amici, di provare a trarre una sceneggiatura dal romanzo Il barone rampante di Italo Calvino. Mi punge una curiosità: nel caso di sceneggiature tratte da opere letterarie ha senso scrivere, comunque, il soggetto? O è il caso di passare direttamente alla stesura della scaletta saltando anche la fase di trattamento? Grazie dell’attenzione.
Articolo utile che mette un pò di ordine in un “territorio difficile” come quello dello Screenwriting, avrei una domanda per lei, quali sono gli aggettivi più usati ed efficaci per descrivere un personaggio?
Grazie
Eh David,
non c’è chiaramente una risposta a questa domanda.
Dipende dal tuo personaggio. La regola segreta è comunque quella di non usare un aggettivo ma
descrivere il tuo personaggio attraverso le azioni che fa, o almeno attraverso i dialoghi.
Non scrivere – David, un ragazzo feroce e spietato di 33 anni.. – ma descrivi al massimo le caratteristiche fisiche, se sono importanti e poi fai fare a Davod qualcosa di Feroce e spietato.
salve! Approfitto di questo articolo per chieder se fosse possibile una consulenza circa un soggetto di serie televisiva intrecciato e assai complesso.
Grazie mille,
Cordialmente!
Puoi scrivermi a info@sceneggiaturaperfetta.it
e ti dico tutto sui modi e sui costi.
Salve Signor Giovanni, mi piace il suo blog, ho letto un po di articoli ed ho anche acquistato il suo e-book, il contenuto mi sembrava interessante, il prezzo anche.
Purtroppo ho notato che sia il blog che la pagina facebook sono ferme più o meno da due anni, deduco quindi di non avere nessuna possibilità di essere arrivata tra i primi dieci per avere una sua consulenza? (Era ovviamente una battuta 😉 )Scherzando, ma non troppo aggiornerei la landingpage della vendita dell’e-book 🙂 .
Proverò a disturbarla nuovamente dopo aver letto “Ciak, Si scrive” , non per proporLe un mio soggetto non si preoccupi ma magari per parlare del testo. Ho un apprendimento particolare, se capisco imparo, se non capisco non imparo. Grazie per l’attenzione, Cristiana
Salve.. Sono ora sicura di avere trovato una storia per raccontare cio’ che credo importante dell’amore. Ho inviato solo pochi dettagli, giusto per iniziare un dialogo-confronto necessario a questo percorso “in solitario”,questa attraversata dell’oceano delle possibili scelte. Non avere un punto di riferimento e’ disorientante,sopratutto all’inizio del viaggio.Comunque questa mia piccola-grande storia la sto usando per imparare, e da te Giovanni, prendo molto volentieri lo spunto per non cadere in trappole,anche se non voglio essere schiava dell’idea che poi venga venduta la mia sceneggiatura. Per ora studio. Si chiama FRAGOLE E BUGIE, l’ho inviata piu’ di un mese fa e sono in attesa di un breve cenno da parte tua. Su fb mi dicono…è in scaletta..
Intanto ho comunque iniziato una sorta di sceneggiatura dettagliata di brevi dialoghi,utili all’andamento della storia.Questo articolo e analisi che ho appena letto, che racconta la storia delle donne omosessusuali crudeli e dannate, mi ha ben aiutata,grazie.
bellissimo complimenti
devo scrivere un soggetto. grazie delle informazioni utili e dettagliate!
I costantemente trascorso la mia mezz’ora di leggere questo sito web s ‘ contenuti ogni giorno insieme a una tazza tazza di caffè.
Maramures Grazie, buona giornata!
Grazie per le info cosi’ chiare
Buongiorno,chissa’ che scrivendo qui mi rispondi?!
In altre mails , ti chiedevo ,avendo acquistato il libro e come tu mi hai confermato avendo diritto a una consulenza,ti ho inviato un soggetto del quale ti chiedevo un parere.
Fammi sapere perche’ a breve devo presentarlo a un Concorso.
Spero che sia la volta buona!
Saluti
Maurizio
Salve, mi chiamo Roberta Dhemetra. Ho letto il suo articolo con interesse e la ringrazio per le spiegazioni, che, anche se necessariamente brevi, risultano, tuttavia, chiare e utili. Penso che ordinerò il suo e-book, e chissà, magari ci sentiremo più avanti. io continuerò a seguirla, perchè trovo il suo lavoro interessante.
Grazie
Salve. Sono Giuseppe De Micheli, un vecchio signore, debuttante in scrittura di sceneggiature che ha accettato per sfida, fra amici, di provare a trarre una sceneggiatura dal romanzo Il barone rampante di Italo Calvino.
Mi punge una curiosità: nel caso di sceneggiature tratte da opere letterarie ha senso scrivere, comunque, il soggetto? O è il caso di passare direttamente alla stesura della scaletta saltando anche la fase di trattamento?
Grazie dell’attenzione.