Mi chiamo Giovanni Bogani,
sono critico cinematografico per testate nazionali e insegnante di sceneggiatura.
Mi sono sempre piaciute le parole. Ho pensato che ci si possono fare dei film, infiniti film, con le parole.
Quando avevo nove anni, ho fatto un giornalino, che scrivevo insieme ai compagni di scuola, e che stampavo col ciclostile ad alcol che mia madre si era fatta dare in ufficio, che lo buttavano via.
Da allora, la mia vita è sempre stata fatta di parole. Parole scritte.
Ho cominciato a scrivere per un giornale a ventiquattro anni, facendo il critico di cinema. Da allora non ho più smesso. Non sapevo come si facesse, non sapevo da che parte cominciare ma ero ossessionato dallo scoprire il codice segreto per scrivere un film.
E’ iniziata così. E non è ancora finita.
Ho visto circa diecimila film, ho intervistato centinaia di attori, registi, scrittori prestati al cinema.
Da Marcello Mastroianni a Johnny Depp, da Vittorio Gassman a Brad Pitt, da Charlize Theron a Sophia Loren, in una specie di gioco nel quale ogni giorno c’è una sorpresa, un personaggio che non hai ancora conosciuto, un film che non hai ancora immaginato.
Sono anche andato a passeggiare con Mario Monicelli, sono stato sul tetto di un palazzo a ridere con John Landis, sono stato e sono amico di Carlo Verdone, e insieme a lui ho affrontato il bello e il brutto di un festival di cinema da fare.
Ho fatto Capodanno con Abel Ferrara che mi abbracciava, ho bevuto una birra con Ken Loach che aveva appena vinto la Palma d’oro, sono stato in elicottero con Francesco Nuti, ho suonato il pianoforte con Alessandro Haber che cantava.
Ho conosciuto un omino piccino piccino, in un festival, che mi ha stretto la mano e mi ha detto: “piacere, Billy Wilder”.
E non credevo fosse mai possibile.
E tante altre cose che non mi ricordo.
E tutto questo, grazie a questo mestiere che mi ha dato la vita che volevo.
Che mi ha spinto sempre a ragionare su quello che vedevo, che mi ha spinto a cercare di scoprire che cosa c’era di bello, e di grande, in ogni film.
Che mi ha spinto a scoprire le storie di attori e registi. Che mi ha spinto a pensare che in ogni persona c’è una storia, una storia che vale la pena di raccontare.
Ho vissuto una vita che credevo impossibile. E non so se sarà possibile raccontarvela, e soprattutto non so se per voi imparare a smontare i film che vedete e rimontarli totalmente diversi con le vostre idee, adesso, possa portare a scoperte, emozioni, entusiasmi come quelli che ho vissuto io.
Ma penso di sì. Le vostre storie folgoranti, i film, i fumetti, gli spettacoli teatrali che riuscirete a realizzare vi cambieranno la vita, non saranno i miei. Ma ci saranno.
Per gli studenti delle mie Master Class di sceneggiatura ho creato il Manuale di Sceneggiatura – CIAK, SI SCRIVE –
Ho ricavato la teoria di questo manuale di sceneggiatura da 20 anni di lavoro, studio e analisi di sceneggiature scritte da sceneggiatori famosi o talentuosi esordienti
ma soprattutto da intense sessioni di insegnamento, scrittura e confronto con centinaia di allievi delle mie classi. E posso assicurati che “La Grande Idea per una storia” è molto sopravvalutata. Quello che vince su tutto è il metodo.